"È così che sono nata. È così che è nata Fly."
Se mi avessero detto, anni fa, che avrei scritto un libro, che questo sarebbe uscito cartaceo e che delle persone lo avrebbero letto, penso che la mia prima reazione sarebbe stata una risata. Non una risata felice, però, ma amara, di quelle che fanno male al petto. Semplicemente, non ci avrei creduto. Perché come può essere possibile che io, una ragazzina come tante persa nel buio, riesca a fare qualcosa tanto più grande di lei?
Nell'esatto momento in cui ho avuto Melancholy tra le mani mi sentivo come se fossi su un altro pianeta. Non mi sembrava vero. Invece, eccomi qui.
Sono Fly Moonlight, ma prima di questo pseudonimo inventato un po' per nascondermi e un po' per riscoprirmi, io sono Francesca Pizzano, una ragazza di 18 anni che solo ora sta scoprendo il mondo. Una ragazza che, un tempo, è stata una bambina piena di paura e insicurezze, un piccolo granello nell'immenso mondo.
Melancholy è nato da una bambina che aveva paura del buio. Si svegliava di notte, nascondendosi sotto le coperte, lasciando solo un piccolo spiraglio da cui tenere d'occhio le ombre che si celavano nell'oscurità. Vedeva i mostri, i fantasmi, i suoi incubi, aggirarsi nella sua piccola cameretta. Era paralizzata dalla paura. Sudava freddo e i suoi battiti erano impazziti. Eppure, sarebbe bastato solo accendere la luce per scoprire che, alla fine, nel buio c'è poco di cui aver paura.
Poi quella bambina è cresciuta e con il buio ci ha fatto amicizia, pur di non avere paura. È strano vedere come si cambia, nel tempo. Ora, invece, sta lottando con tutta sé stessa per trovare l'interruttore. Per accendere anche solo una minuscola luce. Perché ha imparato che c'è una via d'uscita.
È così che è nato Melancholy: dalla paura e dalla voglia di trovare la serenità.